Dimissioni Finocchiaro: quando la politica abdica al suo ruolo.

7 Agosto 2020

Daniele Finocchiaro

Dal 2017 la lunga gestazione del processo  di fusione tra AGSM e AIM è stata segnata da frenate e retromarce a volte inspiegabili, ma questa tappa, da considerarsi storica,  non era ancora adeguata a garantire un strategia di crescita volta a garantire un futuro per la nostra partecipata cittadina. Serve un vero sviluppo industriale e le procedure in essere, una volta verificate nella loro correttezza,  avrebbero raggiunto questo obiettivo se chi governa la città si fosse assunto la responsabilità di porre un argine alle troppe ingerenze più ideologiche che di merito.

Perché la sensazione è stata quella di un polverone politico alzato per confondere più che per fare luce, per inquinare le relazioni più che per dipanare nodi. Ma, al di là di tutto, ora un dato è certo: AGSM se vuole restare sul mercato deve pensarsi in grande e lo può fare solo se si pensa dentro un grande soggetto industriale. Serve dunque un colpo di reni della classe dirigente politica,  che, senza riavvolgere il nastro, recupera il tempo perduto e guarda avanti con coraggio e lungimiranza.

“Le dimissioni di Finocchiaro rappresentano l’ennesimo atto di una città ormai votata alla paralisi di iniziative e un’opportunità persa a causa di  veti e controveti che rispondono solo a logiche provincialiste. Se la politica abdica al suo ruolo, non c’è crescita e sviluppo, non c’è futuro. 

La politica è responsabilità e coraggio: questa amministrazione, assodata la correttezza di una procedura, doveva uscire dalla miopia di una non scelta, ma “il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”, come diceva Manzoni, così i professionisti se ne vanno e la città è sempre più povera.”