Fondazione Arena - Chiarezza su incarichi alla Ariosi e contributi a bilancio

23 giugno 2020

“La Fondazione Arena ha operato in modo da garantirsi la totale libertà di movimento nello scritturare gli artisti? Come vengono impegnati i contributi pubblici e privati visto che il personale è in cassa integrazione ‘forzata’ e i costi di produzione sono drasticamente ridotti per l’assenza di una vera progettualità? Troppe nubi si addensano sulla Fondazione, e il silenzio di Sindaco e Soprintendente è disarmante”.

Così la consigliera regionale di Civica per il Veneto Orietta Salemi annuncia la presentazione di un’interrogazione in Regione per chiedere una verifica sulla Fondazione Arena di Verona, in particolare su due questioni: la prima, il possibile coinvolgimento anche dell’ente veronese nell’inchiesta aperta dalla procura di Torino sul teatro Regio e i sui rapporti con Ariosi management; la seconda, l’impiego dei circa 22 milioni di euro di contributi pubblici e privati, quest’anno comunque garantiti.

“Questa estate veronese segna tempo incerto sulla Fondazione Arena: l’assenza di progetti e l’ombra lunga dell’inchiesta di Torino anche su Verona non ci fanno dormire sonni tranquilli. Se davvero il nostro Ente Lirico è finito nelle maglie spregiudicate dell’agenzia posta sotto indagine, significa che il management non è stato in grado di opporsi al pericoloso regime di monopolio esercitato da Ariosi sul sistema di ingaggio degli artisti. E, a questo riguardo, l’interrogativo è: la Fondazione Arena ha differenziato la domanda sul mercato? Ha scelto più circuiti per selezionare solisti, cantanti, direttori d’orchestra? Insomma ha operato in modo da garantirsi totale libertà di movimento nei contratti di scrittura e qualità artistica a costi proporzionati? La città, la Regione, il Ministero hanno diritto a risposte chiare e inequivocabili: Sindaco e Soprintendente cercasi…” sottolinea Salemi, che punta l’attenzione anche sul bilancio della Fondazione.

“È operazione semplice, persino elementare – spiega -. Così si imparava un tempo a scuola: ‘guadagno = ricavo – spesa’. Ora, basandoci all’incirca sul pregresso dei bilanci di Fondazione Arena i conti sono presto fatti: i contributi dei soggetti pubblici e privati, garantiti anche per quest’anno, ammontano a circa 22 milioni e mezzo di euro. Il personale rappresenta certamente un costo significativo, ma per il 2020 l’uscita di bilancio si ritara di milioni di euro perché i lavoratori sono da circa quattro mesi in cassa integrazione ‘forzata’. Altrettanto dicasi per i costi di produzione ridotti drasticamente, da fine febbraio del Filarmonico fino a tutta la stagione lirica in Arena, dati i mancati allestimenti e le mancate spese per i cachet artistici. Idem per i milioni di euro dei costi per servizi. Di vere e proprie produzioni non si vede neppure l’abbozzo, fatta eccezione per il minimal festival di luglio/agosto in anfiteatro. Certo, mancano i 25 milioni di euro circa di ricavi tra biglietti e abbonamenti. Ma torniamo alle formule aritmetiche: se vengono a mancare le due voci di uscita principali, cioè i costi del personale e della produzione e servizi, come vengono impiegati i contributi versati dai soci pubblici e privati in questo 2020? Quale investimento si prevede per reinventarsi e non spegnere la musica? I teatri più prestigiosi d’Europa stanno brillando per impegno e creatività, consentendo alle proprie professionalità di esprimersi e al pubblico di fruire di forme di programmazione certo d’emergenza, ma diffuse ed en plein air, complice l’arrivo della bella stagione. A Verona, invece, soffia una brutta aria di tempo instabile”