Il mio programma

VENETO 2025.

Tra il Veneto raccontato e il Veneto reale c’è la vita delle persone: le liste d’attesa, l’anziano da accudire, i giovani che se ne vanno, il lavoro sottoqualificato, le culle vuote, l’ambiente da preservare. 

Rispondere a queste esigenze è garantire qualità della vita dei Veneti.

In questo tempo incerto, serve il coraggio di un Veneto più attrattivo per chi ci vive e per chi vuole costruire qui il proprio progetto di vita e di lavoro.

Un Veneto più giovane

Dai nidi alle Università: investire su scuola e formazione è investire sul futuro.

– Salvaguardia della scuola nella fascia 0-6 anni
– Sostegno alle famiglie per i servizi scolastici
– Allargamento borse di studio scolastiche e universitarie
– Incentivi per riduzione costo trasporti (per fasce di reddito)
– Migliorie su convenzioni Esu e assistenza medica fuori sede
– Fondo Regionale per scuole paritarie (incremento buono scuola)
– Cabina regionale per ripartenza post Covid a supporto dei Comuni
– Dotazioni straordinarie per scuole in luoghi non coperti da banda ultralarga
– Utilizzo fondi Ue per investimenti su capitali nelle scuole

Un Veneto più competitivo

Il lavoro al centro per sostenere le aziende, i giovani, chi vive difficoltà di lavoro.

– Patto per il lavoro: formazione qualificata per le esigenze delle imprese
– Sgravi fiscali per prime assunzioni meglio retribuite
– Investimenti per un’imprenditoria più protagonista nelle sfide di oggi
– Accesso agevolato al credito e sostegno tramite Veneto Sviluppo
Istituzione distretti dell’automazione e sostegno innovazione
– Agricoltura: fondi per giovani
– Nuova strategia di promozione del territorio

Un Veneto più bello

Arte, storia, natura e cultura: una ricchezza da valorizzare di più e meglio per lo sviluppo della nostra terra.

– Strategie nuove per la promozione del territorio
– Offerta turistica e culturale differenziata e diffusa
– Fondi strutturali per il sistema cultura e spettacolo
– Allocazione maggiori risorse sulla legge quadro cultura
– Fondo Unico Regionale dello Spettacolo
– Legge quadro sulla musica
– Investimenti su teatro, cinema e musica per diffusione capillare eventi
– Incentivi al turismo culturale
– Valorizzazione dei siti UNESCO
– Potenziamento della rete bibliotecaria e lettura
– Misure per un turismo sostenibile e inclusivo

Un Veneto più smart

Muoversi meglio per vivere e lavorare meglio: verso una mobilità più sostenibile, più efficiente, più smart.

– Completamento delle infrastrutture strategiche nei territori
– Incentivare il trasporto pubblico con intermodalità, biglietto unico, sharing mobility
– Regia regionale sugli hub del trasporto di persone e merci

Un Veneto più vicino

A fianco delle famiglie per prendersi cura di tutti, dai bambini agli anziani, nel loro percorso di vita.

– Il territorio al centro della rete dei servizi sociosanitari
– Politiche di conciliazione dei tempi di cura e lavoro per le donne
– Sostegno alle famiglie, specie quelle più vulnerabili
– Sostegno al mondo privato sociale
– Politiche per la famiglia e la natalità (calare nel territorio il Family Act)

I Punti Chiave

1. turismo nelle citta d'arte...
Il turismo nelle città d’arte è un comparto vitale per il nostro Veneto e, va da sé, per Verona. Per proseguire il trend positivo degli ultimi anni, dopo la battuta d’arresto causata dall’emergenza covid, è necessario ripensare la promozione del patrimonio di bellezza ed arte del nostro territorio, con vero piano di politiche integrate. Va data effettiva applicabilità al Piano strategico per il Turismo, attraverso una maggior differenziazione dell’offerta. Dal turismo slow, per sviluppare aree dell’entroterra con percorsi di ciclo-turismo e circuiti di trekking naturalistico e urbano, a quello enogastronomico, che da solo attesta già una spesa giornaliera di 177 euro per turista al giorno, la più alta del Veneto. Fino al cineturismo, che, come si vede in altre regioni, porta tanto benessere e indotto, specie se pensiamo che il Veneto è terra del Festival del Cinema ed è stata ospite di molti set cinematografici. Fondamentale, pertanto, istituire un coordinamento stabile con la Veneto Film Commission e le istituzioni culturali del territorio. È il momento di investire su nuove modalità di fare turismo, è il momento di risolvere le criticità endemiche del turismo veneto. Differenziazione significa uscita dal turismo stagionale e spalmabilità dei flussi lungo tutto l’anno. Significa migliore convivenza tra turisti e residenti nelle città d'arte, quindi sostenibilità e qualità della vita per tutti. Significa più stabilità per i lavoratori del settore, quindi meno precarietà occupazionale.
2. il veneto occupa la tredicesmia...
Il Veneto occupa la tredicesima posizione in Italia per sostenibilità economica dei servizi di prima infanzia. Il numero dei posti copre appena il 21,2% degli utenti potenziali, quando gli obiettivi UE parlano del 33%, e la quota di spesa a carico delle famiglie venete per la copertura dei servizi è pari al 26,2% della spesa complessiva, ben al di sopra della media italiana del 19%. Serve intervenire sui servizi per l'infanzia. In che modo? Due proposte: l’immediata applicazione della gratuità per tutti sugli asili nido e valide agevolazioni per i giovani nuclei familiari. Ad esigenze concrete, risposte concrete.
3. il veneto e una delle regioni traino
Il Veneto è una delle regioni-traino in Italia per produzione di ricchezza. Eppure spesso il mondo dell'impresa veneta lamenta una scarsa capacità di reperire sul mercato figure professionali adatte: in sostanza, specie per i giovani, in Veneto si verifica un fenomeno di lavoro sottoqualificato, quindi sottopagato, non all'altezza dei livelli di formazione raggiunti. Non basta lavorare, serve lavoro di qualità. Serve sviluppare una collaborazione più stretta tra sistema produttivo e formativo, tra scuola, università e impresa. Investire sul capitale umano significa rendere un territorio più competitivo, significa progettare futuro.
Un-Veneto-piu-smart
Muoversi meglio per vivere e lavorare meglio, anche in Veneto. Il trasporto su gomma risulta ancora troppo inflazionato: il 31% dei trasferimenti casa-lavoro è con l'auto, la cura del ferro in Veneto è ancora lontana. E anche Verona ha bisogno di scelte regionali coraggiose: la riqualificazione di Porta Vescovo, stazione d'accesso diretto alla zona Universitaria; il potenziamento della tratta ferroviaria Verona-Rovigo-Adria, letteralmente ferma al secolo scorso; la TAV sulla tratta Padova-Vicenza-Verona-Brescia. Perché Tav significa anche meno trasporto su gomma e meno inquinamento, e binari a servizio di migliaia di pendolari, costretti a fare i conti tutti i giorni con le linee intasate e impossibilità di beneficiare di orari brevi e cadenzati sui regionali veloci. Il progetto è stato condiviso con amministrazioni locali, ferrovie e ministero già dal 2016. Ogni battuta d'arresto ha fermato il processo di miglioramento del sistema di trasporto di persone e merci compatibile con la più elementare regola di sostenibilità ambientale: più ferro, meno gomma, più trasporto di massa, meno mezzi privati in circolazione.
Un-Veneto-piu-vicino
ll Veneto regge la sua eccellenza su un modello di integrazione socio-sanitaria. Negli ultimi dieci anni le giunte Zaia hanno tentato di smantellarlo: la riforma sanitaria con la riduzione delle ULSS, a parte la razionalizzazione dei costi del sistema, ha portato a un indebolimento dei servizi territoriali. I distretti sempre più ridotti, in particolare quelli di prevenzione e salute, e i comuni, sempre più soli e senza risorse, costretti a far fronte a situazioni di vulnerabilità sociale aggravata, perché non tempestivamente prese in carico. Il modello della continuità assistenziale ha visto la riduzione dei posti letto in ospedale, senza avere l'incremento promesso nelle strutture riabilitative e di comunità distribuite capillarmente sul territorio: infatti, a distanza di 8 anni, il sistema è ancora molto lacunoso, con aree scoperte dall’assistenza e con situazioni di abbandono dei pazienti che non sanno dove poter essere accolti dopo la dimissione dalle strutture ospedaliere. Insomma, fuori dall'ospedale, c'è un vuoto da colmare: l'anziano dimesso a casa da gestire, il non autosufficiente senza contributo regionale adeguato per il ricovero in casa di riposo o per l'assistenza a domicilio. Situazioni critiche attraversate da tante famiglie venete, che richiedono un modello sanitario di maggior prossimità. Che significa vicinanza della cura, attenzione alla storia personale di ciascun paziente. Se prendiamo soltanto i dati della provincia di Verona abbiamo una fotografia impietosa: se 13 mila cittadini non autosufficienti sono in assistenza domiciliare, se ne stimano altrettanti senza copertura di questo servizio; a questi si aggiungono i 5300 anziani in case di riposo, di cui ben il 20% non gode attualmente del contributo regionale destinato alla cura. Vuol dire carico economico insostenibile per le famiglie! C’è bisogno di ridare centralità alla medicina territoriale, che garantisce prossimità ai cittadini, continuità di cura, rapporto fiduciario con i pazienti. Non serve inventarsi soluzioni costose, ma poco efficaci: basterebbe valorizzare e magari replicare modelli organizzativi virtuosi di medicina di gruppo già sperimentati sul territorio, dotare i medici di famiglia di strumentazione diagnostica di base e un personale complementare al medico, formato e dedicato al rapporto stretto con le famiglie.
Turismo accessibile
In Veneto circa 700 alberghi sono accessibili a persone con disabilità motorie o sensoriali, soltanto il 23% dei quasi 3000 alberghi esistenti sul territorio regionale. Abbiamo il dovere di sviluppare offerte turistiche per questo bacino di persone. Bisogna incentivare protocolli e collaborazioni tra albergatori, Ulss e mondo privato sociale, anche per offrire opportunità lavorative a persone fragili e svantaggiate in cerca di inserimento occupazionale. Il turismo accessibile non è solo una nuova frontiera, ma deve diventare una priorità. Accessibile è bello, per tutti!
Un Veneto più giovane
L’emergenza Covid ha messo in rilievo alcune criticità che da anni affliggono il mondo universitario veneto. Il diritto allo studio è tale quando non rimane su carta, ma si concretizza nei reali interventi a sostegno dei giovani universitari. Rispetto ad altre regioni, il Veneto non garantisce la copertura al 100% del numero di borse di studio erogate, per cui chi ha i requisiti di merito spesso non ottiene quanto gli spetta. Per quanto riguarda l’Università di Verona, i borsisti sono 230, ben al di sotto degli studenti richiedenti. Altro tema, emerso prepotentemente durante i mesi del lock-down, è quello dell’assistenza sanitaria per gli studenti fuorisede. La norma c'è, l'ho proposta già da due anni ed è stata approvata in consiglio regionale: è necessario permettere a tutti gli studenti delle università venete di usufruire di un medico di base nella città in cui studiano, senza per forza dover rinunciare a quello nella propria residenza, come per altro già succede a Padova. E ancora, è vergognoso che non esistano agevolazioni sul trasporto pubblico locale per gli studenti che ogni giorno si muovono per raggiungere i luoghi di studio e di lavoro. La soluzione è un sistema di biglietto unico integrato con sconti agli studenti, ma questa appare tanto logica quanto lontana, viste le 7 autorità di bacino esistenti in Veneto che di fatto non permettono la possibilità di uniformare le tariffe e i biglietti. La regione deve tornare ad essere a misura di studente, viste le eccellenze del sistema formativo presenti sul territorio. Un Veneto più giovane è un Veneto che guarda al futuro!
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