Estate Teatrale VVeronese
Estate Teatrale Veronese: subito al lavoro

“Basta con la polemica preventiva dei commentatori della prima ora. Forse, finalmente, si è superata la fase di stallo che tanta incertezza dava al futuro dello storico Festival di Verona. La cosa che più conta adesso è agire in fretta e mettersi al lavoro per la prossima stagione”. Così la vicecapogruppo del PD in Consiglio regionale Orietta Salemi commenta le polemiche che stanno seguendo la nomina di Mangolini a direttore dell’Estate Teatrale Veronese.

“Il pregiudizio non porta da nessuna parte anche se riesce a mettere d’accordo persino Bertucco con Tosi, irritualmente alleati in questo intervento a mio avviso eccessivamente tempestivo per essere autorevolmente documentato, troppo intempestivo per non essere interpretato come strumentale – sottolinea Salemi -. Io per prima ho espresso il disagio per un’amministrazione che non si risolveva a fugare il sospetto, dopo 70 anni, di un’abdicazione al ruolo del Comune di Verona nella gestione del Festival: come ho sempre detto la relazione istituzionale con il Teatro Stabile del Veneto è legittimamente auspicabile, ma deve essere in condizioni di parità, cosa consentita solo se tra direzioni artistiche sussistono le basi per una collaborazione in termini di coprogettazione e di partenariato. Ora Verona è nelle condizioni di giocare partite importanti ed è nostro dovere mettere alla prova il nuovo direttore, senza che inutili polemiche diano all’amministrazione ulteriori alibi per un rallentamento delle procedure. Alla politica spetterà compito di giudicare, poi, se i risultati sono stati in linea con le attese”.

“Per quanto riguarda la questione di una possibile incompatibilità di ruolo – aggiunge Salemi – serve il rispetto dell’istruttoria, messa in atto da una commissione di soggetti di comprovata competenza, e della valutazione finale che avrà tenuto conto della compatibilità delle candidature rispetto a quanto richiesto nel bando. Un bando, questo sì, che a mio parere poteva essere diverso: magari pensando a una durata dell’incarico a tre anni e non due, per permettere una programmazione di ampio respiro; e magari mettendo maggiori risorse da assegnare per il ruolo della direzione artistica in modo da attirare uno spettro di candidature il più ampio e differenziato possibile e per valorizzare uno sforzo di programmazione da respiro internazionale come vuole e deve essere per l’Estate Teatrale Veronese. Anche da queste scelte concrete si colgono le priorità di investimento di un’amministrazione che vuole bene alla città”.